5 Ottobre 2024
21 Maggio 2022

Nessuno potrà togliervi la vostra gioia!

“Il mondo è profondo e profondo il suo dolore, ma la gioia è più profonda del dolore più profondo. Il dolore passa, ma ogni gioia vuole di sua natura eternità, vuole profondità, vuole la profonda eternità”.
A fare questa considerazione è il filosofo F. Nietzsche, persona ora orgogliosa e potente, ora disperata e abbattuta. Nietzsche aveva proclamato, nel “Superuomo”, un nuovo tipo di umanità destinato a succedere all’uomo attuale, asservito dalla religione e dalla mediocrità. Quella futura creatura avrebbe celebrato la “vita gaia”, il libero pensiero e l’autoaffermazione. In realtà, come è noto, Nietzsche sprofonderà nella follia, e il suo grido “Solo folle! Solo poeta!”, diventerà una tragica verità.
La sua frase sopracitata, però, ha una sua verità, perché il dolore, pur essendo capace alla volte di generare capolavori del pensiero, è di sua natura segno del limite e quindi, come tale, è finito, imprigionato nelle frontiere della creaturalità.
La gioia, invece, è pienezza e perfezione, è celebrazione dell’essere e della totalità e di sua natura tende all’infinito e all’eterno. Non per nulla è la qualità specifica divina e coloro che sono in comunione con Dio durante l’esistenza terrena e oltre la linea della morte vengono chiamati “beati”, cioè felici.
“La scintilla di gioia che viene deposta in noi è protesa a diventare il sole; la felicità, immessa nel vaso fragile e piccolo dell’uomo, tende a spezzarlo, proiettandolo verso la perfezione e l’infinito, cioè verso la gioia suprema, Dio” (Ravasi).
La novità cristiana è ancora più promettente: Cristo fa sbocciare la gioia dal dolore, come “la donna che, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo” (Gv 16). Chiediamo al Signore, per noi e per tutti, questa gioia!

Don Luca