19 Marzo 2024

Unitalsi

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U.N.I.T.A.L.S.I.

SEZIONE VERANO BRIANZA

Responsabile:

Di Bernardo Claudio
tel. 335/8195791
via Fiume

UDIENZA DI PAPA FRANCESCO IN OCCASIONE DEL

110° ANNIVERSARIO FONDAZIONE DELL’U.N.I.T.A.L.S.I.

Sabato 9 Novembre 2013, Papa Francesco ha ricevuto in udienza nell’Aula Paolo VI, i membri dell’Unitalsi, in occasione dei 110 anni di fondazione dell’ente, e molti ammalati e disabili accompagnati dai volontari. Il Santo Padre ha sottolineato come questo servizio fornito non è filantropia ma vero annuncio del Vangelo della carità, ministero della consolazione, sull’esempio del Buon Samaritano. E li ha anche esortati ad essere “sguardo che accoglie, mano che solleva e accompagna, parola di conforto, abbraccio di tenerezza”, affinché “ogni persona malata e fragile possa vedere nel vostro volto il volto di Gesù; e anche voi possiate riconoscere nella persona sofferente la carne di Cristo”. E agli ammalati Papa Francesco dice: “Non vergognatevi di essere un tesoro prezioso della Chiesa! La vostra presenza, silenziosa ma più eloquente di tante parole, la vostra preghiera, l’offerta quotidiana delle vostre sofferenze in unione a quelle di Gesù crocifisso per la salvezza del mondo, l’accettazione paziente e anche gioiosa della vostra condizione, sono una risorsa spirituale, un patrimonio per ogni comunità cristiana”.

Queste le parole di Papa Francesco:

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

vi saluto tutti con affetto, specialmente le persone malate e disabili, accompagnate dai volontari, gli assistenti ecclesiastici, i responsabili di sezione e il Presidente nazionale, che ringrazio per le sue parole. La presenza del Cardinale De Giorgi, dei Vescovi e delle personalità istituzionali è segno dell’apprezzamento che l’UNITALSI incontra nella Chiesa e nella società civile.

1. Da 110 anni la vostra associazione si dedica alle persone ammalate o in condizioni di fragilità, con uno stile tipicamente evangelico. Infatti, la vostra opera non è assistenzialismo o filantropia, ma genuino annuncio del Vangelo della carità, è ministero della consolazione. E questo è grande: la vostra opera è evangelica proprio, è il ministero della consolazione. Penso ai tanti soci dell’UNITALSI sparsi in tutta Italia: siete uomini e donne, mamme e papà, tanti giovani che, mossi dall’amore per Cristo e sull’esempio del Buon Samaritano, di fronte alla sofferenza non voltate la faccia dall’altra parte. E questo di non voltare la faccia da un’altra parte è una virtù: andate avanti con questa virtù! Al contrario, cercate sempre di essere sguardo che accoglie, mano che solleva e accompagna, parola di conforto, abbraccio di tenerezza. Non scoraggiatevi per le difficoltà e la stanchezza, ma continuate a donare tempo, sorriso e amore ai fratelli e alle sorelle che ne hanno bisogno. Ogni persona malata e fragile possa vedere nel vostro volto il volto di Gesù; e anche voi possiate riconoscere nella persona sofferente la carne di Cristo. I poveri, anche i poveri di salute, sono una ricchezza per la Chiesa; e voi dell’UNITALSI, insieme a tante altre realtà ecclesiali, avete ricevuto il dono e l’impegno di raccogliere questa ricchezza, per aiutare a valorizzarla, non solo per la Chiesa stessa ma per tutta la società.

2. Il contesto culturale e sociale di oggi è piuttosto incline a nascondere la fragilità fisica, a ritenerla soltanto come un problema, che richiede rassegnazione e pietismo o alle volte scarto delle persone. L’UNITALSI è chiamata ad essere segno profetico e andare contro questa logica mondana, la logica dello scarto, aiutando i sofferenti ad essere protagonisti nella società, nella Chiesa e anche nella stessa associazione. Per favorire il reale inserimento dei malati nella comunità cristiana e suscitare in loro un forte senso di appartenenza, è necessaria una pastorale inclusiva nelle parrocchie e nelle associazioni. Si tratta di valorizzare realmente la presenza e la testimonianza delle persone fragili e sofferenti, non solo come destinatari dell’opera evangelizzatrice, ma come soggetti attivi di questa stessa azione apostolica. Cari fratelli e sorelle ammalati, non consideratevi solo oggetto di solidarietà e di carità, ma sentitevi inseriti a pieno titolo nella vita e nella missione della Chiesa. Voi avete un vostro posto, un ruolo specifico nella parrocchia e in ogni ambito ecclesiale. La vostra presenza, silenziosa ma più eloquente di tante parole, la vostra preghiera, l’offerta quotidiana delle vostre sofferenze in unione a quelle di Gesù crocifisso per la salvezza del mondo, l’accettazione paziente e anche gioiosa della vostra condizione, sono una risorsa spirituale, un patrimonio per ogni comunità cristiana. Non vergognatevi di essere un tesoro prezioso della Chiesa!

3. L’esperienza più forte che l’UNITALSI vive nel corso dell’anno è quella del pellegrinaggio ai luoghi mariani, specialmente a Lourdes. Anche il vostro stile apostolico e la vostra spiritualità fanno riferimento alla Vergine Santa. Riscopritene le ragioni più profonde! In particolare, imitate la maternità di Maria, la cura materna che Lei ha di ciascuno di noi. Nel miracolo delle Nozze di Cana, la Madonna si rivolge ai servi e dice loro: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela», e Gesù ordina ai servi di riempire di acqua le anfore e l’acqua diventa vino, migliore di quello servito fino ad allora (cfr  Gv 2,5-10). Questo intervento di Maria presso il suo Figlio mostra la cura della Madre verso gli uomini. È una cura attenta ai nostri bisogni più veri: Maria sa di che cosa abbiamo bisogno! Lei si prende cura di noi, intercedendo presso Gesù e chiedendo per ciascuno il dono del “vino nuovo”, cioè l’amore, la grazia che ci salva. Lei intercede sempre e prega per noi, specialmente nell’ora della difficoltà e della debolezza, nell’ora dello sconforto e dello smarrimento, soprattutto nell’ora del peccato. Per questo, nella preghiera dell’Ave Maria, le chiediamo: «Prega per noi, peccatori». Cari fratelli e sorelle, affidiamoci sempre alla protezione della nostra Madre celeste, che ci consola e intercede per noi presso il suo Figlio. Ci aiuti lei ad essere per quanti incontriamo sul nostro cammino un riflesso di Colui che è «Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione» (2 Cor 1,3). Grazie.

“Le nostre origini…”

Le origini dell’Unitalsi, (UNIONE NAZIONALE ITALIANA TRASPORTI AMMALATI LOURDES e SANTUARI INTERNAZIONALI) prendono spunto da un clamoroso gesto di conversione di un uomo disperato. Nel 1903, Giuseppe Tomassi, figlio di un domestico di casa Barberini, affetto da una forma artritica irreversibile che lo aveva reso penosamente claudicante, andò a Lourdes con uno dei primi treni di pellegrinaggio italiani, presieduto da mons. Radini Tedeschi, arcivescovo di Bergamo. L’intento di Tomassi non era quello di chiedere la guarigione fisica alla Madonna, ma quello di suicidarsi con un revolver davanti alla Grotta di Massabielle. Aveva predisposto tutto nei minimi dettagli con la lucidità di un uomo disperato, ma davanti alla Grotta, mentre pensava di concludere la sua vita in questo modo tragico, venne colpito dalla scena di volontari, giovani, uomini e donne di varie nazioni d’Europa che aiutavano gli ammalati ad entrare nella grotta per poter pregare. La condivisione e l’aiuto di questi volontari trasmetteva agli ammalati un senso di grande conforto e speranza.
Scosso profondamente da tale scena, Giuseppe Tomassi rinunciò al suo gesto folle, pensando che lo scopo di una vita sofferente come la sua potesse diventare, da quel momento, quello di radunare anche in Italia dei volontari che accompagnassero ogni anno a Lourdes i poveri, i diseredati, i sofferenti e ne condividessero, nel pellegrinaggio, questo invito alla speranza. Consegnò a monsignor Radini Tedeschi la pistola e consigliato dal segretario di quest’ultimo, mons. Angelo Roncalli, rientrato a Roma fondò l’UNITALSI. Nei primi tempi si dovettero superare ostacoli enormi, sia tecnici che burocratici, ma l’entusiasmo e la carità superarono ogni difficoltà. Con la fine della prima guerra mondiale, che aveva interrotto l’attività, i pellegrinaggi cominciarono ad essere riorganizzati di nuovo. Negli anni ’20 furono fondate in Italia quasi tutte le sezioni regionali. Fu uniformata per le volontarie la divisa bianca, simile a quella indossata dalle infermiere della Croce Rossa e venne creato il distintivo con la croce bianca, sormontata dalle iniziali della Vergine di Lourdes con il Motto “Charitas”. I treni vennero attrezzati con le prime vetture ambulanza per cercare di dare un maggior conforto al sempre maggior numero di ammalati che venivano trasportati. Durante gli anni del fascismo, l’UNITALSI, per le sue particolari connotazioni assistenziali, fu l’unica associazione cattolica a non essere sciolta. Dopo la promulgazione delle leggi sulle “sanzioni” decretate contro l’Italia, nel 1935, l’UNITALSI fu obbligata a contingentare il numero dei treni a Lourdes. In questo contesto storico il Segretario Generale di allora, il principe Don Enzo di Napoli-Rampolla, cominciò ad organizzare i pellegrinaggi a Loreto, che continuarono anche durante la seconda guerra mondiale, sino al 1943, mentre dal giugno 1940 gli eventi bellici avevano fatto cessare i pellegrinaggi a Lourdes. La ripresa delle attività dell’Associazione dopo il 1945 è stata sempre in costante aumento. Oggi l’UNITALSI conta oltre 300.000 aderenti, ed accompagna a Lourdes, Loreto, Fatima e Banneux più di 100.000 persone all’anno.