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Il vino della gioia
Il Vangelo di questa domenica, le nozze di Cana, suggerisce un pensiero sulla gioia. Scrive a tal proposito il nostro Arcivescovo nella sua lettera pastorale:
«La risurrezione di Gesù è il principio della gioia piena, lo scopo di tutta la missione di Cristo: «Perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15,11). Il mistero della gioia sembra diventato un enigma piuttosto che una grazia. La vita è segnata da troppo soffrire, da troppe preoccupazioni per sé e per gli altri, da troppi motivi di tristezza: come è possibile la gioia? I discepoli avviliti e delusi che sono in cammino verso Emmaus raccontano l’esperienza del loro incontro: hanno riconosciuto Gesù allo spezzare del pane.
Come quel pomeriggio di Pasqua, i discepoli di sempre camminano portando il peso della vita, le delusioni, i drammi e le ferite di ogni storia personale, familiare, comunitaria. Senza che l’esistenza sia diventata più facile, senza che i problemi siano risolti, portando in chiesa la loro vita, offrendola come povero gemito sull’altare, nella forma di un po’ di pane e di vino mescolato con acqua, incontrano il principio della gioia quando la Parola della Scrittura fa ardere il loro cuore e riconoscono Gesù «allo spezzare del pane».
Il canto dell’Alleluia è l’espressione della fede che riconosce Gesù. La gioia cristiana non è una consolazione solitaria, un’esperienza individuale. Diventa acclamazione e cantico perché è intrinsecamente comunitaria e sempre festosa.
La celebrazione eucaristica e la celebrazione della Liturgia delle ore si popolano di Alleluia nel tempo di Pasqua; questa continua a essere l’acclamazione che introduce il Vangelo e interpreta molti salmi di lode. È quindi un segno che offre un richiamo e un messaggio di gioia: merita di essere cantato.
La cura per il canto liturgico è un servizio importante per la preghiera della Chiesa e ringrazio coloro che se ne fanno carico – animatori musicali, coristi, musicisti, solisti, direttori del coro e dell’assemblea – e incoraggio tutti a curare il canto e che l’assemblea vi partecipi. Cantare insieme è accogliere la gioia misteriosa della Pasqua e diffonderla perché conforti, allieti, renda intensa e “sentita” la comunione.»
Raccogliamo questo invito del nostro Vescovo alla gioia!
Don Luca