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Da Kiev, una preghiera alla Madonna
Mentre la nostra parrocchia è in festa per i bambini di 4^ elementare che oggi riceveranno per la prima volta il Signore Gesù nell’Eucarestia, ancora una volta chiediamo a Maria il dono della pace. Lo facciamo con le parole di Gloria Mascellani, milanese, consacrata del Movimento dei Focolari, che dal 2019 si trova a Kiev. Da lei alcuni pensieri, immagini e preghiere che le sgorgano spontanei dal cuore, vivendo giorno dopo giorno a fianco di un popolo martoriato dalla guerra, ma che cerca di mantenere comunque un barlume di normalità. Noi cerchiamo di
essere grati… e chiediamo a noi stessi di non essere indifferenti.
3 maggio. Ogni giorno c’è l’incontro con il dolore straziante, silenzioso. È così che oggi esco dalla cattedrale dopo la messa. C’era un giovane dall’aspetto delicato, raccolto in preghiera davanti all’altare della Madonna di Fatima, accanto a lui lo zaino militare e una borsa. Oggetti che indicano la partenza per il fronte… È stato chiamato? O forse si è offerto volontario? Prima di uscire si inginocchia a lungo davanti alla Madonna di Fatima, di cui tra qualche giorno ricorre la festa. Maria, tienilo sotto il Tuo manto, proteggilo!
18 aprile. In questi giorni sto vivendo diversi incontri con amici ucraini. In ogni famiglia c’è un fratello, un marito, un figlio al fronte. È dura, molto dura. Sono famiglie belle, che si amano tanto e forse, proprio per la coscienza che qualcuno sta rischiando la vita, questo amore tra di loro è ancora più forte e puro… Ho incontrato un padre che, in congedo per qualche giorno, ha gioito per il figlio di poco più di un anno, che aveva lasciato quando aveva solo tre mesi, quando ha deciso di offrirsi come volontario per difendere la patria. Non ci racconta tanto della vita al fronte, solo quando ci congediamo mi dice: «Pregate, perché lì è quello di cui più abbiamo bisogno».
11 aprile. Nel contesto di questa guerra assurda, ho vissuto questo Triduo Pasquale molto intensamente e profondamente insieme alla comunità della Chiesa Cattolica‐Romana. La cattedrale di Sant’Alessandro a Kiev era traboccante di fedeli. Tra gli sguardi raccolti, alcuni occhi pieni di lacrime. Ogni gesto era denso di significato: la lavanda dei piedi, la silenziosa e lunghissima processione per il bacio alla Croce, l’adorazione di Gesù nel sepolcro e la gioiosa acclamazione più volte ripetuta: Gesù è Risorto! È veramente Risorto! Nella realtà che continua a
essere quella della Via Crucis, del Venerdì e del Sabato Santo, solo non distogliendo lo sguardo da Gesù ricevo da Lui la forza di andare avanti…