17 Luglio 2025
24 Maggio 2025

Ricordando don Peppino

Don Peppino è stato il mio parroco: mi ha visto crescere, entrare in seminario e diventare prete. Mi diceva che fare il prete è una cosa faticosa ma stupenda, una gioia che riempie la tua vita. Spesso invocava l’intercessione del Cardinal Schuster, dal quale era stato ordinato sacerdote nel 1954, l’ultima classe di ordinazione del beato arcivescovo. E da questo santo vescovo don Peppino si era
sempre sentito accompagnato, guarito e sostenuto, soprattutto nei momenti critici per la sua salute.
Ricordo poi le benedizioni nelle case, le gite dei chierichetti a Roncobello e an-che un paio di giorni che avevo passato con lui proprio lì, insieme alle sue sorelle Stefania ed Erminia, nell’estate della mia terza media – anno 1989 – per camminare, pregare il rosario, che non mollava mai, e anche per insegnarmi a usare la Diurna Laus visto che a settembre sarei entrato in seminario a Venegono e perciò dovevo imparare. Don Peppino era un pastore e pregava. Quando in estate ritornavo a casa da seminarista, ogni giorno dopo la Messa stavamo insieme coi fedeli a pregare le lodi e si sincerava spesso che facessi la meditazione, almeno mezz’ora al giorno, perché era indispensabile.
Così come periodicamente il sacramento della Confessione. Al termine dell’e-state doveva consegnare al rettore del seminario la lettera per dire come ave-vo vissuto in parrocchia (praticamente in oratorio); non solo, ma anche il rettore a giugno aveva una lettera da dare al parroco su come ero andato durante l’anno seminaristico e i contenuti erano sempre top secret. Sta di fatto che il 9 giugno 2001 don Peppino era in Duomo a impormi anche lui le mani per l’ordinazione sacerdotale e il 10 giugno ho celebrato la mia Prima Messa sul nuovo altare, a cui don Peppino aveva tenuto tantissimo, consacrato dal Cardinal Martini. Don Peppino aveva molto a cuore gli ammalati, pregava spesso per loro. Inoltre pregava molto anche per le vocazioni, soprattutto quelle sacerdotali. E’ stato bello poter partecipare all’anniversario del suo settantesimo an-no di ordinazione sacerdotale in casa sua a Busto Arsizio insieme con gli altri sacerdoti. Un grazie in particolare a Stefania che lo ha sempre custodito e a Erminia che ora vive con lui la Pasqua. Sapere che don Peppino è qui nel nostro cimitero di Verano è un segno di consolazione perché dice la presenza di un pastore che ha dato la sua vita concreta per noi e ha accompagnato tanti all’ultimo incontro con il Signore ed ora prega per noi.

don Graziano