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INFANZIA E SANTITA’
“Da che proviene che il tempo della nostra prima infanzia ci appaia così dolce e radioso? Un marmocchio ha le sue pene come tutti; è, nel suo complesso, così disarmato contro il dolore, la malattia!… Ma è dal sentimento della propria impotenza che il fanciullo trae umilmente il principio della sua stessa gioia. Si rifugia in sua madre, capisci? Presente, passato, avvenire, tutta la sua vita, la vinta intera, è compresa in uno sguardo; e questo sguardo è un sorriso.” (G. Bernanos, “Diario di un curato di campagna”).
Il bambino è l’emblema del credente che si rifugia in Dio, affidando al suo sguardo “presente, passato, avvenire, tutta la sua vita”.
Il Signore ci abbraccia con un solo suo sguardo, come fa una madre che, stringendo a sé il suo bambino, ne racchiude tutto l’essere e tutta l’esistenza. E quello sguardo è un sorriso d’amore. All’amico Goran, Bernanos scriverà: “Ho perso l’infanzia e non la potrò riconquistare se non attraverso la santità”.
Don Luca