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Carlo Acutis e i social
Oggi, domenica 12 ottobre, ricorre la memoria liturgica del neo santo Carlo Acutis, spesso presentato come il santo dei giovani social per il suo utilizzo di internet.
In tante paesi del mondo si sta cercando di introdurre delle regole per l’accesso dei minori all’uso dei social. L’ultimo in ordine di tempo e forse l’annuncio della premier danese Mette Frederiksen di proporre il divieto di alcuni social media per i minori di 15 anni, scontrandosi naturalmente con un mercato piu che mai florido, e quindi restio ad accettarle. «Stanno rubando l’infanzia ai nostri figli» ha detto la Frederiksen.
Tra i motivi che hanno indotto la Danimarca ad annunciare la decisione c’è l’influsso negativo – ormai documentato da una mole crescente di autorevoli ricerche – sulle capacità di concentrazione, oltre alla correlazione con l’aumento di ansia e depressione tra gli adolescenti. Nella stessa direzione va un provvedimento approvato lo scorso anno in Francia, che stabilisce il divieto di accesso ai social sotto i 15 anni.
Anche in Italia c’é sul tavolo un disegno di legge bipartisan, che si propone di alzare a 15 anni il divieto di accesso ai social media (che attualmente nel nostro Paese e 14 an-ni, anche se molto spesso ignorato o non rispettato dagli stessi genitori che regalano ai propri figli uno smartphone al più tardi in prima media).
Da segnalare l’iniziativa della Regione Emilia Romagna che ha indetto delle domeniche digital detox in cui spegnere gli smartphone e accendere le relazioni offline. In un’intervista, l’assessore al Welfare, Scuola, Politiche per l’infanzia e Terzo settore dell’E-milia Romagna ha scritto: «Per i genitori, accanto alle domeniche digital detox, attive-remo dei patti digitali: percorsi formativi per diffondere la consapevolezza teorica su un uso adeguato dei dispositivi e sull’utilizzo dei sistemi di “parental control” ma creeremo anche una rete di genitori che scelgono di regalare il cellulare ai figli dopo i 14 anni. Oggi chi fa questa scelta si sente solo e non riesce a sostenere la sua decisione perché sente di isolare il proprio figlio in una torre d’avorio; se invece si crea una comunità – fatta di altri genitori ma anche di scuole e contesti ludici (come gli oratori, n.d.r.) – che condivide la stessa scelta è più semplice rinviare il possesso di uno smartphone personale tra i ragazzi e si evita di esporli troppo presto ai rischi di questi strumenti».
Chiediamo oggi l’intercessione di San Carlo Acutis perché ci aiuti a prendere in mano l’educazione dei nostri figli anche in campo digitale.
Don Luca